martedì 3 aprile 2018

Mi piacerebbe ricevere una lettera ...


Avete presente quella sensazione di gioia incontrollabile che si avverte quando si rivede un amico dopo molto tempo e lo si abbraccia con tutta la forza che si ha in corpo, come per non farlo andare via mai più? O quello stupore inaspettato che provoca un nodo alla gola quando una persona a cui si vuole bene ci consegna timidamente un dono senza che vi siano particolari ricorrenze? O ancora la frenesia esaltante di quando è Natale e vorremmo aprire i nostri regali, impacchettati con cura sotto l’albero? Tutte queste sensazioni si amalgamano tra loro ogni volta che ricevo una lettera. Ormai non si usa più scrivere messaggi sulla carta, impacchettando con attenzione il foglio nella busta e spedendola. Ora tutto è più facile, più veloce: basta scrivere frettolosamente qualche riga e inviare il messaggio con il cellulare o tramite email, intrattenendo una conversazione che non ha costi e assicura una risposta immediata.
Tutto è più frenetico, più tempestivo: eppure non emoziona, non dà soddisfazioni. Non ti fa sorridere all’idea che il mittente ti ha pensato e si è premurato di imprimere sulla carta i suoi sentimenti e le sue opinioni, pregustando il momento in cui tu avresti ricevuto la lettera ed immaginando il rossore che avrebbe imporporato le tue guance. E poi la grafia: il modo unico e speciale di una mano amica che incide con movimenti abitudinari una serie di lettere, che fuse insieme diventano parole, che formano frasi, che creano un’emozione. Per scrivere una lettera ci vuole tempo, è necessario riflettere su ogni parola che si vuole scrivere, ideando il modo migliore per trasmettere pienamente la propria essenza. E’ un lavoro ragionato, lento, pensato.
Una lettera che si rispetti comincia sempre con la stessa introduzione: “Caro…” Questa presentazione mi ha sempre dato da pensare. Ho sempre trovato estremamente tenera l’idea di iniziare a scrivere un messaggio sottolineando l’affetto per il destinatario, eppure il fatto di generalizzare il saluto attraverso una parola che è stata ripetuta migliaia di volte e che è uguale per tutti mi trasmette un senso di tristezza. Quanto può essere “cara” una persona, se per sottolineare la sua importanza si utilizza uno strumento classico, di routine, che ogni persona al mondo usa quando deve scrivere una lettera?
Negli anni ho provato a scrivere più introduzioni, da un informale “hey” ad un più educato “buondì”. Li ho provati tutti, a volte inventando saluti alquanto fantasiosi e buffi. Alla fine, però, ho compreso il motivo per cui viene utilizzato l’aggettivo caro: seppur sfruttato da tutti, trasmette un senso di sicurezza e dolcezza che nessun altro aggettivo potrà mai eguagliare. Forse il motivo per cui è diventato di uso classico è proprio perché trasmetteva quel sentimento, quella tenerezza che ti fa sorridere ed arrossire. Inoltre, vorrei sottolineare il fatto che vi è una sorta di contatto fisico indiretto tra il mittente e il destinatario della lettera: entrambi hanno stretto tra le mani lo stesso foglio di carta e assaporato le parole scritte su di esso, sfiorandole piano con i polpastrelli delle dita e con la parte più intima del proprio animo. Trovo che ricevere una lettera sia estremamente romantico, anche se il contenuto non è denso di smielate dichiarazioni d’amore o di promesse eterne. E’ romantica anche la lettera di un amico, o di un genitore, o di un fratello. Il romanticismo non è dimostrazione di amore, bensì un atteggiamento spirituale, sentimentale o artistico. La lettera di un amante è romantica quanto potrebbe essere quella di una nonna che si premura di raccontare la sua vita ad un nipote. E’ per questo motivo che preferirò sempre l’emozione di ricevere una lettera, al mandare un semplice sms: per tutto ciò che si nasconde dietro il testo, dietro la scelta delle parole, dietro la grafia curata o frettolosa.
Finora ho parlato solo di quanto sia emozionante ricevere una lettera. Esiste però un altro punto di vista, un altro procedimento, persino più emozionante e romantico: scrivere una lettera. Se ne avete già scritta una, sicuramente potete capire ciò che intendo, senza che io dica altre parole. Se invece non ne avete mai scritta una, o magari ne avete imbucata una da bambini e non ricordate più il sapore di quel momento, cercherò di farvi capire al meglio ciò che vi perdete accontentandovi di email e messaggi. Scrivere una lettera è un procedimento che comincia con la scelta della carta. Può sembrare un passaggio scontato o poco importante, ma è una prima presentazione di sé stessi, la prima scelta che si compie quando si pensa a chi è destinata la lettera. Esistono moltissimi tipi di carta: c’è quella classica, quella colorata, quella riciclata, quella decorata. Il secondo passaggio è la scelta della penna da utilizzare (stilografica ad inchiostro blu, nero o rosso?) Sembrerà banale ma l’inchiostro dice molto di una persona. Per fare un esempio: dovete scrivere una breve presentazione a mano da allegare al vostro curriculum, il quale verrà valutato ed analizzato fin nei minimi dettagli. Tra una presentazione scritta a penna nera, magari con una grafia poco ordinata, ed una presentazione scritta in rosso ma con la grafia curata, quale pensate che verrà cestinata? Per quanto la grafia possa contare qualcosa, l’utilizzo di una penna rossa denoterà poca serietà e voglia di applicarsi. E’ importante, quindi, valutare a chi è destinata la lettera e come presentarsi al meglio. Arriviamo poi al momento cruciale della stesura della lettera: il nostro “caro…“, che vuole esprimere il nostro affetto e la dolcezza con cui stiamo iniziando il nostro messaggio. Il contenuto della lettera è, ovviamente, personale e può trattare dei più svariati argomenti: la descrizione di una giornata che avete trascorso con i vostri amici, lo sfogo di un momento di depressione e disperazione, la spiegazione di un vostro comportamento negativo che ha ferito il destinatario, o ancora la semplice rappresentazione di un sentimento che volete esternare. Nella lettera potete scrivere tutto ciò che volete, al suo interno può esservi contenuto un messaggio di tre fogli o una semplice frase di appena poche parole. Si può inoltre incollare sulla carta un ritaglio di giornale, o allegare una foto. Ci sono davvero mille modi di personalizzare una lettera, alcuni più o meno fantasiosi di altri. Il mio modo per personalizzarne una, ad esempio, è quello di fare un disegnino con delle lettere sulla busta. E’ un piccolo tratto distintivo che vuole trasmettere dolcezza e affetto.  Utilizzo anche altre accortezze durante la stesura di una lettera (dal “Bella Zio” che scrivo al termine della lettera per la mia amica a cui piace l'hip hop, al “au revoir mon amour” che scrivo alla mia migliore amica), queste dipendono esclusivamente dal vostro rapporto personale con la persona interessata.
Un altro passaggio divertente è la scelta del francobollo. Fino a qualche anno fa vi erano moltissimi tipi diversi di francobolli tra cui scegliere, ora la scelta è più ridotta (sopratutto se vivete in un piccolo paesino di montagna come me). Nelle grandi città, comunque, è possibile trovarne svariati e vi assicuro che è un momento speciale, che renderà ancora più personale e curata la vostra lettera. E infine giunge il momento di imbucarla. E’ un istante quasi malinconico, perché in quel momento smettete di essere il proprietario del vostro lavoro e consegnate il prodotto finito nelle mani della persona a cui avevate destinato la lettera. Ecco quindi che si palesa una nuova funzione della lettera: quella di essere un dono che voi fate all’altra persona. Tutto ciò che avete fatto non è effettivamente una simbiotica rappresentazione della scelta di un regalo? Quando dovete andare a cercare un dono di compleanno per il vostro migliore amico non pensate forse ai suoi gusti? Non scegliete con cura l’oggetto migliore che rappresenti il vostro affetto per lui? Non tentate di personalizzare il regalo, lasciando un’impronta stilistica o grafica che solo voi due potete comprendere? E’ lo stesso lavoro che vi ho appena indicato nella stesura di una lettera, dalla scelta della carta più indicata, al messaggio personale e alla personalizzazione del testo e della busta. Quando scegliete un regalo e lo comprate con i vostri soldi, quell’oggetto è vostro. Quando però lo consegnate al vostro amico, impazienti di vedere la sua reazione, l’oggetto diventa suo. Ciò avviene anche con le lettere. Forse è per questo motivo che le amo così tanto: per la gioia di regalare, e di ricevere, l’emozione di aver consegnato ad un’altra persona ciò che di più sacro esiste al mondo, ovvero il proprio affetto e la propria anima, espressa tramite piccoli ghirigori di inchiostro fissati per sempre su un foglio di carta che durerà nel tempo.

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