Una fan che mi ascolta e che mi segue su studio zero e nel mio canale di MixCloud mi ha regalato un suo pensiero suscitandomi un emozione e lo voglio spartire con tutti i presenti.
Ogni giorno dovremmo ascoltare almeno una canzone, leggere una bella poesia, vedere un bel quadro e, se possibile, dire qualche parola ragionevole dando una speranza... ma certe musiche come la tua sono come quei jeans mezzi strappati ma perfetti, dove ormai le hai consumate ma continuano a farti da seconda pelle e quando poi la si riascolta la canzone ed il ritmo incalzante dei bassi e ti piace premi il tasto + nonostante il volume sia già al massimo.
Il produttore e dj svedese Avicii, 28
anni, è stato trovato morto a Muscat, in Oman. Lo riferisce
Variety e altri media, citando la portavoce dell'artista, Diana
Baron.
Avicii, all'anagrafe Tim Bergling, è stato un pioniere della
Edm (Electronic Dance Movement). Ha vinto due MTV Music Awards,
un Billboard Music Award e conquistato due nomination ai Grammy.
Il suo successo più grande è stato "Le7els".
La sua morte arriva a pochi giorni dalla sua nomination ai
Billboard Music Award per il suo EP "Avicii (01).
Sapete cos’è un “hater“? Riporto da Wikipedia:
Hater è un termine usato in Internet per indicare gli utenti che generalmente disprezzano, diffamano o criticano distruttivamente una persona, un lavoro o un concetto in particolare.
L’odio dell’hater è generato da dei sentimenti simili alla gelosia e all’invidia; tuttavia gli hater, a differenza dei gelosi, non desiderano diventare come le persone che prendono in giro o attaccano, ma al contrario desiderano esclusivamente insultarle e denigrarle.
Un hater giustifica il suo disprezzo e pone il suo pensiero come unica, vera realtà; i pensieri o idee delle persone a lui non affini sono completamente errate e semplicemente delle menzogne.
Un hater tende a seguire costantemente le attività del personaggio pubblico che odia.
Un hater è uno che ODIA. Semplicemente. Un “odiante”.
In quanto odiante è una persona che non pensa di voler essere come la persona che odia ma pensa, anzi, di essere profondamente superiore e per questo la ODIA.
Quindi dobbiamo curarci degli altri ma dipende da chi sono e dalle loro VERE intenzioni. Alla fine sta a voi decidere se odiare o amare come sta a voi decidere chi ascoltare e quando. Una volta imparato a discriminare…
Beh allora la nostra vita sarà molto più amorevole e colma di puro amore.
Qui inizia la mia melodia dove ballo un tango con la morte, mentre la gente osserva l'allegria impressa nei loro occhi
fumando tutta la notte senza dare un peso alla vita terrestre... Osservo una città deserta con dei cornicioni, dei tetti in bilico e con dei lampioni che illuminano
le strade, e su di un tetto intravedo un pazzo
che salta da un tetto all altro, avvertendo attimi di follia con attimi di prudenza e
con della gente in strada che protestano
bussando ai portoni ma nessuno risponde... La gente che lo guarda lo chiama Pazzo
dicendo: - Hey tu... Si... Hey tu... Dico a te... pensi di vivere in questo modo? pensi di guadagnare la tua notorietà? Aspetta... fermati... non saltare più sui tetti... perchè oggi tu sei il Pazzo che sei fuori dagli schemi... ma domani che è un altro giorno riprendi
la tua mente e la tua vita... e non ballare tu sui tetti ma fai ballare noi che osserviamo te... dando un senso di follia a noi gente comune.
Nuoto in un mare nero come la pece noi siamo
gli ultimi della nostra specie e tu invece
c’hai l’occhio spento
Migrekans
ti si vedo ma non sei reale
Avatar
ho i denti dorati affilati come un barracuda
quando mastico uccido
conto contanti e carati fra e lei balla nuda
come in Maracaibo
sangue e carne cruda
non c’è pace nel posto in cui vivo
la strada non è un buon motivo per essere Giuda
appeso a un ramo d’ulivo
è il triangolo delle Bermuda
da quando ero quattordicenne
se scrivessi una vita vissuta
finirei un milione di penne
megalodonte in un mare di squali
noi tali e quali Jake e Boomdabash
rappo talmente blindato che foro i quintali come un kalash
dimmi sangue caldo che mai ti fermi e ti fermerai
il mare calmo non ha mai fatto esperti sti marinai
scrivo per riempirmi l’ego
con la mano di dio come Diego
non importa che tu non ti spezzi
mi va bebe pure se ti piego, zio
nuoto veloce come un barracuda
in questo mare di squali paura nessuna
a pancia piena con la bocca chiusa
tu pesce piccolo io barracuda
barracuda, barracuda
tu pesce piccolo io barracuda
dicono aiutati che dio ti aiuta
tu pesce piccolo io barracuda
Mo te fazzu la scola
Mo te mandu alla scola
Mentre sta cunti la storia
Paya, tutta n’autrha storia
E mentre te faci lu spiertu
Invece a mie l’autrhi me fannu la ola
Te spiegu a du stai
Salento state of minde
Statte cittu nu picca
Quistu parla e poi dopu me clicca
Ogni cosa face pe ripicca
Nu li piace però poi retwitta
Pesci piccoli senza la lisca
Pesci piccoli quai intrha la frisca
Troppi stannu quai sulla lista
Osce ordinu frittura mista
Giru tranquillu (shalala)
E tu te stizzi (rharharha)
Percene te lassu senza nienti
Osce pe tie ce lu ramadan
Nu te sta bisciu appostu
Comu stai comparema (whawhawha)
Jake, Fibra e Boomdabash
Barracuda (dandandan)
nuoto veloce come un barracuda
in questo mare di squali paura nessuna
a pancia piena con la bocca chiusa
tu pesce piccolo io barracuda
i soldi rendono felici eh si eh
pago cene e pranzi agli amici eh oh
vado a dormire quando voglio buongiorno
non mi interessa che ore sono che ore sono?
conta solo quanto si vende
manco fosse un negozio di Gucci
poi so bene come ci si sente
quando spengono le luci
e dagli occhi ti escono fulmini
perchè contano solo i numeri
e noi che siamo stati gli ultimi
ora è bello non dover lavorare il lunedì
ero da solo senza una lira
tu non immagini i sacrifici
sono tornato più forte di prima
quindi pregate per i miei nemici
nuoto veloce come un barracuda
in questo mare di squali paura nessuna
a pancia piena con la bocca chiusa
tu pesce piccolo io barracuda, barracuda
tu pesce piccolo io barracuda, barracuda
dicono aiutati che dio ti aiuta
tu pesce piccolo io barracuda
Levante, Brunori Sas e Coma_Cose
saliranno sul palco del concertone del primo maggio a Taranto
organizzato dal Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e
Pensanti, il gruppo di operai,lavoratori, disoccupati, precari,
studenti,professionisti e cittadini formatosi nel 2012 a seguito
del sequestro degli impianti inquinanti dell'Ilva. I primi tre
nomi sono stati svelati nel corso di una videointervista a
ilfattoquotidiano.it, media partner dell'evento, da Michele
Riondino, direttore artistico assieme a Diodato e Roy Paci. "Il
nostro grido d'allarme -ha detto Riondino -ormai da 5 anni è per
il diritto alla salute. Si parla di Ilva solo dal punto di vista
lavorativo è invece un problema di mancanza di diritti. E noi
l'1 maggio a Taranto lotteremo, grideremo, canteremo, balleremo
per riaffermare i nostri diritti. Chiediamo di prendere in
considerazione l'idea che quell'azienda debba chiudere:
informeremo la città di un possibile accordo di programma".
Parteciperanno tanti artisti e a titolo gratuito.
Avete presente quella sensazione di gioia incontrollabile che si
avverte quando si rivede un amico dopo molto tempo e lo si abbraccia con
tutta la forza che si ha in corpo, come per non farlo andare via mai
più? O quello stupore inaspettato che provoca un nodo alla gola quando
una persona a cui si vuole bene ci consegna timidamente un dono senza
che vi siano particolari ricorrenze? O ancora la frenesia esaltante di
quando è Natale e vorremmo aprire i nostri regali, impacchettati con
cura sotto l’albero? Tutte queste sensazioni si amalgamano tra loro ogni
volta che ricevo una lettera. Ormai non si usa più
scrivere messaggi sulla carta, impacchettando con attenzione il
foglio nella busta e spedendola. Ora tutto è più facile, più veloce:
basta scrivere frettolosamente qualche riga e inviare il messaggio con
il cellulare o tramite email, intrattenendo una conversazione che non ha
costi e assicura una risposta immediata.
Tutto
è più frenetico, più tempestivo: eppure non emoziona, non dà
soddisfazioni. Non ti fa sorridere all’idea che il mittente ti ha
pensato e si è premurato di imprimere sulla carta i suoi sentimenti e le
sue opinioni, pregustando il momento in cui tu avresti ricevuto la
lettera ed immaginando il rossore che avrebbe imporporato le tue
guance. E poi la grafia: il modo unico e speciale di una mano amica che
incide con movimenti abitudinari una serie di lettere, che fuse
insieme diventano parole, che formano frasi, che creano un’emozione. Per
scrivere una lettera ci vuole tempo, è necessario riflettere su ogni
parola che si vuole scrivere, ideando il modo migliore per trasmettere
pienamente la propria essenza. E’ un lavoro ragionato, lento, pensato.
Una lettera che si rispetti comincia sempre con la stessa introduzione: “Caro…”
Questa presentazione mi ha sempre dato da pensare. Ho sempre trovato
estremamente tenera l’idea di iniziare a scrivere un messaggio
sottolineando l’affetto per il destinatario, eppure il fatto di
generalizzare il saluto attraverso una parola che è stata ripetuta
migliaia di volte e che è uguale per tutti mi trasmette un senso di
tristezza. Quanto può essere “cara” una persona, se per sottolineare la
sua importanza si utilizza uno strumento classico, di routine, che ogni
persona al mondo usa quando deve scrivere una lettera?
Negli
anni ho provato a scrivere più introduzioni, da un informale “hey” ad
un più educato “buondì”. Li ho provati tutti, a volte inventando saluti
alquanto fantasiosi e buffi. Alla fine, però, ho compreso il motivo per
cui viene utilizzato l’aggettivo caro: seppur sfruttato da
tutti, trasmette un senso di sicurezza e dolcezza che nessun altro
aggettivo potrà mai eguagliare. Forse il motivo per cui è diventato di
uso classico è proprio perché trasmetteva quel sentimento, quella
tenerezza che ti fa sorridere ed arrossire. Inoltre, vorrei sottolineare
il fatto che vi è una sorta di contatto fisico indiretto tra il
mittente e il destinatario della lettera: entrambi hanno stretto tra le
mani lo stesso foglio di carta e assaporato le parole scritte su di
esso, sfiorandole piano con i polpastrelli delle dita e con la parte più
intima del proprio animo. Trovo che ricevere una lettera sia
estremamente romantico, anche se il contenuto non è denso di smielate
dichiarazioni d’amore o di promesse eterne. E’ romantica anche la
lettera di un amico, o di un genitore, o di un fratello. Il romanticismo
non è dimostrazione di amore, bensì un atteggiamento spirituale,
sentimentale o artistico. La lettera di un amante è romantica quanto
potrebbe essere quella di una nonna che si premura di raccontare la sua
vita ad un nipote. E’ per questo motivo che preferirò sempre l’emozione
di ricevere una lettera, al mandare un semplice sms: per tutto ciò che
si nasconde dietro il testo, dietro la scelta delle parole, dietro la
grafia curata o frettolosa.
Finora ho parlato solo di quanto sia emozionante ricevere una lettera. Esiste però un altro punto di vista, un altro procedimento, persino più emozionante e romantico: scrivere
una lettera. Se ne avete già scritta una, sicuramente potete capire ciò
che intendo, senza che io dica altre parole. Se invece non ne avete mai
scritta una, o magari ne avete imbucata una da bambini e non ricordate
più il sapore di quel momento, cercherò di farvi capire al meglio ciò
che vi perdete accontentandovi di email e messaggi. Scrivere una lettera
è un procedimento che comincia con la scelta della carta.
Può sembrare un passaggio scontato o poco importante, ma è una prima
presentazione di sé stessi, la prima scelta che si compie quando si
pensa a chi è destinata la lettera. Esistono moltissimi
tipi di carta: c’è quella classica, quella colorata, quella riciclata,
quella decorata. Il secondo passaggio è la scelta della penna da
utilizzare (stilografica ad inchiostro blu, nero o rosso?) Sembrerà
banale ma l’inchiostro dice molto di una persona. Per fare un esempio:
dovete scrivere una breve presentazione a mano da allegare al
vostro curriculum, il quale verrà valutato ed analizzato fin nei minimi
dettagli. Tra una presentazione scritta a penna nera, magari con una
grafia poco ordinata, ed una presentazione scritta in rosso ma con la
grafia curata, quale pensate che verrà cestinata? Per quanto la grafia
possa contare qualcosa, l’utilizzo di una penna rossa denoterà poca
serietà e voglia di applicarsi. E’ importante, quindi, valutare a chi è
destinata la lettera e come presentarsi al meglio. Arriviamo poi al
momento cruciale della stesura della lettera: il nostro “caro…“,
che vuole esprimere il nostro affetto e la dolcezza con cui stiamo
iniziando il nostro messaggio. Il contenuto della lettera è, ovviamente,
personale e può trattare dei più svariati argomenti: la descrizione di
una giornata che avete trascorso con i vostri amici, lo sfogo di un
momento di depressione e disperazione, la spiegazione di un vostro
comportamento negativo che ha ferito il destinatario, o ancora la
semplice rappresentazione di un sentimento che volete esternare. Nella
lettera potete scrivere tutto ciò che volete, al suo interno può esservi
contenuto un messaggio di tre fogli o una semplice frase di appena
poche parole. Si può inoltre incollare sulla carta un ritaglio di
giornale, o allegare una foto. Ci sono davvero mille modi di
personalizzare una lettera, alcuni più o meno fantasiosi di altri. Il
mio modo per personalizzarne una, ad esempio, è quello di fare un disegnino con delle lettere sulla busta. E’ un piccolo tratto distintivo che vuole trasmettere
dolcezza e affetto. Utilizzo anche altre
accortezze durante la stesura di una lettera (dal “Bella Zio” che
scrivo al termine della lettera per la mia amica a cui piace l'hip hop,
al “au revoir mon amour” che scrivo alla mia migliore amica), queste
dipendono esclusivamente dal vostro rapporto personale con la persona
interessata.
Un altro passaggio divertente è la scelta del francobollo.
Fino a qualche anno fa vi erano moltissimi tipi diversi di francobolli
tra cui scegliere, ora la scelta è più ridotta (sopratutto se vivete in
un piccolo paesino di montagna come me). Nelle grandi città, comunque, è
possibile trovarne svariati e vi assicuro che è un momento speciale,
che renderà ancora più personale e curata la vostra lettera. E infine
giunge il momento di imbucarla. E’ un istante quasi malinconico, perché
in quel momento smettete di essere il proprietario del vostro lavoro e
consegnate il prodotto finito nelle mani della persona a cui avevate
destinato la lettera. Ecco quindi che si palesa una nuova funzione della
lettera: quella di essere un dono che voi fate
all’altra persona. Tutto ciò che avete fatto non è effettivamente una
simbiotica rappresentazione della scelta di un regalo? Quando dovete
andare a cercare un dono di compleanno per il vostro migliore amico non
pensate forse ai suoi gusti? Non scegliete con cura l’oggetto migliore
che rappresenti il vostro affetto per lui? Non tentate di personalizzare
il regalo, lasciando un’impronta stilistica o grafica che solo voi due
potete comprendere? E’ lo stesso lavoro che vi ho appena indicato nella
stesura di una lettera, dalla scelta della carta più indicata, al
messaggio personale e alla personalizzazione del testo e della busta.
Quando scegliete un regalo e lo comprate con i vostri soldi,
quell’oggetto è vostro. Quando però lo consegnate al vostro amico, impazienti di vedere la sua reazione, l’oggetto diventa suo.
Ciò avviene anche con le lettere. Forse è per questo motivo che le amo
così tanto: per la gioia di regalare, e di ricevere, l’emozione di aver
consegnato ad un’altra persona ciò che di più sacro esiste al mondo,
ovvero il proprio affetto e la propria anima, espressa tramite piccoli
ghirigori di inchiostro fissati per sempre su un foglio di carta che
durerà nel tempo.