Per l’anima non vi è nascita né morte. La sua esistenza non ha avuto
inizio nel passato, non ha inizio nel presente e non avrà inizio nel
futuro. Essa è non nata, eterna, sempre esistente e primordiale. Non
muore quando il corpo muore. L’anima è immensamente grandiosa e
indecifrabile.
Mai un’arma può tagliare a pezzi un’anima né il fuoco può bruciarla. L’acqua non può bagnarla né il vento inaridirla.
(Bhagavad-gita)
mercoledì 30 maggio 2018
venerdì 25 maggio 2018
L'Amicizia
Nessuna distanza temporale né spaziale può indebolire l'amicizia di due persone che credono ognuna nel valore dell'altra.
sabato 12 maggio 2018
Sforzi ...
C'è chi sposta un sasso e ne parla come se avesse spostato una montangna. Poi c'è chi sposta una montagna in silenzio...
giovedì 10 maggio 2018
La statua di San Bartolomeo scorticato del Duomo di Milano.
La statua di san Bartolomeo nel Duomo di Milano: storia di un capolavoro
L’opera di Marco d’Agrate richiamò da subito l’interesse di fedeli e visitatori. Ancora oggi, essa è fonte di stupore per milioni di turisti che entrano in Cattedrale
Tra le sculture più visitate del Duomo di Milano ve n’è una che desta sempre grande interesse e curiosità da parte dei milioni di visitatori che ogni anno percorrono le navate del Monumento. È la statua di “San Bartolomeo scorticato”, eseguita dallo scultore Marco d’Agrate nel 1562 per la Veneranda Fabbrica del Duomo, che si colloca attualmente fra l’altare della Presentazione e quello di sant’Agnese, poggiata su di un alto piedistallo, nel braccio destro del transetto della Cattedrale.
San Bartolomeo è uno dei dodici apostoli di Gesù, giustiziato per la sua fede cristiana, qui raffigurato secondo l’iconografia che lo identifica a seguito del supplizio subìto.
Il santo infatti, scorticato vivo, porta sulle spalle e intorno al corpo quello che sembra un drappo mentre in realtà è la sua pelle, chiaro riferimento alla tortura inflitta dai suoi carnefici. Fino al XIII-XIV secolo l’apostolo veniva rappresentato vestito con libro e coltello nelle mani, in allusione al Vangelo proclamato e al martirio patito. Fu dal Rinascimento in poi che si accentuò la raffigurazione del supplizio, mentre l’iconografia del santo con la propria pelle staccata dalla carne viene definitivamente consacrata dopo che Michelangelo (sec. XVI) così lo rappresentò nel Giudizio Universale della Cappella Sistina in Vaticano.
L’opera di Marco d’Agrate, non affronta l’introspezione psicologica, né la testimonianza di profonda fede espressa dal martirio di Bartolomeo, ma si inserisce in un filone d’interesse cinquecentesco: lo studio dell’anatomia umana e la rappresentazione. La prima opera scientifica di anatomia di Andrea Vesalio, redatta attraverso lo studio autoptico del corpo umano e la pratica della dissezione dei cadaveri, fu pubblicata a Venezia nel 1453.
La statua si rivela infatti come un’esercitazione, un’attenta descrizione ed un virtuoso saggio accademico della muscolatura e della struttura del corpo umano.
Ai piedi della statua, una breve incisione riporta: “Non me Praxiteles, sed Marcus finxit Agrates”, in riferimento al “timore” dello scultore che presumeva l’opera potesse essere attribuita per stile e maestria non a lui stesso, ma a Prassitele, uno dei più abili e famosi scultori ateniesi della Grecia Antica.
Un’altra versione di san Bartolomeo, sempre opera di Marco d’Agrate, datata 1556, si trova sulla facciata della Certosa di Pavia, dove lo scultore lavorò a lungo realizzando molte statue.
“San Bartolomeo Scorticato”, un tempo all’esterno del Duomo, richiamò da subito l’interesse di fedeli e visitatori, cosa che, insieme con al delicatezza della finitura superficiale, suggerì la necessità del trasporto dell’opera all’interno, nel retrocoro della Cattedrale, poi nel suo odierno posizionamento a seguito di un’ordinazione capitolare del 1664 che disponeva “un luogo più acconcio all’ammirazione per gli intelligenti dell’arte”.
A distanza di quasi cinque secoli dalla sua realizzazione, la statua di San Bartolomeo di Marco d’Agrate non finisce di meravigliare e di stupire i visitatori provenienti da tutti i continenti.
L’opera di Marco d’Agrate richiamò da subito l’interesse di fedeli e visitatori. Ancora oggi, essa è fonte di stupore per milioni di turisti che entrano in Cattedrale
Tra le sculture più visitate del Duomo di Milano ve n’è una che desta sempre grande interesse e curiosità da parte dei milioni di visitatori che ogni anno percorrono le navate del Monumento. È la statua di “San Bartolomeo scorticato”, eseguita dallo scultore Marco d’Agrate nel 1562 per la Veneranda Fabbrica del Duomo, che si colloca attualmente fra l’altare della Presentazione e quello di sant’Agnese, poggiata su di un alto piedistallo, nel braccio destro del transetto della Cattedrale.
San Bartolomeo è uno dei dodici apostoli di Gesù, giustiziato per la sua fede cristiana, qui raffigurato secondo l’iconografia che lo identifica a seguito del supplizio subìto.
Il santo infatti, scorticato vivo, porta sulle spalle e intorno al corpo quello che sembra un drappo mentre in realtà è la sua pelle, chiaro riferimento alla tortura inflitta dai suoi carnefici. Fino al XIII-XIV secolo l’apostolo veniva rappresentato vestito con libro e coltello nelle mani, in allusione al Vangelo proclamato e al martirio patito. Fu dal Rinascimento in poi che si accentuò la raffigurazione del supplizio, mentre l’iconografia del santo con la propria pelle staccata dalla carne viene definitivamente consacrata dopo che Michelangelo (sec. XVI) così lo rappresentò nel Giudizio Universale della Cappella Sistina in Vaticano.
L’opera di Marco d’Agrate, non affronta l’introspezione psicologica, né la testimonianza di profonda fede espressa dal martirio di Bartolomeo, ma si inserisce in un filone d’interesse cinquecentesco: lo studio dell’anatomia umana e la rappresentazione. La prima opera scientifica di anatomia di Andrea Vesalio, redatta attraverso lo studio autoptico del corpo umano e la pratica della dissezione dei cadaveri, fu pubblicata a Venezia nel 1453.
La statua si rivela infatti come un’esercitazione, un’attenta descrizione ed un virtuoso saggio accademico della muscolatura e della struttura del corpo umano.
Ai piedi della statua, una breve incisione riporta: “Non me Praxiteles, sed Marcus finxit Agrates”, in riferimento al “timore” dello scultore che presumeva l’opera potesse essere attribuita per stile e maestria non a lui stesso, ma a Prassitele, uno dei più abili e famosi scultori ateniesi della Grecia Antica.
Un’altra versione di san Bartolomeo, sempre opera di Marco d’Agrate, datata 1556, si trova sulla facciata della Certosa di Pavia, dove lo scultore lavorò a lungo realizzando molte statue.
“San Bartolomeo Scorticato”, un tempo all’esterno del Duomo, richiamò da subito l’interesse di fedeli e visitatori, cosa che, insieme con al delicatezza della finitura superficiale, suggerì la necessità del trasporto dell’opera all’interno, nel retrocoro della Cattedrale, poi nel suo odierno posizionamento a seguito di un’ordinazione capitolare del 1664 che disponeva “un luogo più acconcio all’ammirazione per gli intelligenti dell’arte”.
A distanza di quasi cinque secoli dalla sua realizzazione, la statua di San Bartolomeo di Marco d’Agrate non finisce di meravigliare e di stupire i visitatori provenienti da tutti i continenti.
Riflessione del giorno
Buon giorno a tutti ... riflessione del giorno ... prima o poi perderai
la tua testa per qualcuno ... oppure qualcuno a tua insaputa chiederà la
tua decapitazione ... cosi arrivera il tanto atteso giorno del giudizio
... un giudice di parte dirà quanto già tu sai, in attesa la corte
parlerà .. sparlerà alle tue spalle ... quello sarà il giorno della
perdita della tua esistenza.
Il cuore continuerà a camminare ancora per poco lo stesso, le articolazioni continueranno a muoversi involontariamente fino alla contrazione dei muscoli ... depositeranno la tua testa su un piatto per farla guardare al pubblico pagante ... il tuo sangue si mischierà alla fredda terra sperando nasca un altro eroe che non abbia paura di dire la sua in ogni dove... anche davanti il mondo intero... anche nel momento del giudizio.
Il cuore continuerà a camminare ancora per poco lo stesso, le articolazioni continueranno a muoversi involontariamente fino alla contrazione dei muscoli ... depositeranno la tua testa su un piatto per farla guardare al pubblico pagante ... il tuo sangue si mischierà alla fredda terra sperando nasca un altro eroe che non abbia paura di dire la sua in ogni dove... anche davanti il mondo intero... anche nel momento del giudizio.
mercoledì 9 maggio 2018
Giro d'italia 5 tappa passa sotto casa mia
9 maggio 2018
Battaglin ha vinto la quinta Tappa del Giro d'Italia, Dennis ancora in Rosa
Il corridore italiano Enrico Battaglin (Team Lotto NL – Jumbo) ha vinto la quinta tappa del centunesimo Giro d’Italia, Agrigento-Santa Ninfa (Valle del Belice) di 153 km. Al secondo e terzo posto si sono classificati rispettivamente Giovanni Visconti (Bahrain – Merida) e José Gonçalves (Team Katusha Alpecin).
Rohan Dennis (BMC Racing Team) è ancora la Maglia Rosa di leader della classifica generale.
RISULTATO FINALE
1 – Enrico Battaglin (Team Lotto NL – Jumbo) – 153 km in 4h06’33”, media 37,233 km/h
2 – Giovanni Visconti (Bahrain – Merida) s.t.
3 – José Gonçalves (Team Katusha Alpecin) s.t.
CLASSIFICA GENERALE
1 – Rohan Dennis (BMC Racing Team)
2 – Tom Dumoulin (Team Sunweb) a 1″
3 – Simon Yates (Mitchelton – Scott) a 17″
Il vincitore di tappa Battaglin, subito dopo l’arrivo, ha dichiarato: “Il finale di oggi era diverso da quello di ieri. Ci voleva molta più potenza ieri ed io ero più a mio agio qui. Il Giro ogni anno è molto importante per me. Sono estremamente felice di aver vinto ancora una tappa. Voglio continuare la corsa in questo modo”.
La Maglia Rosa Dennis ha dichiarato: “Oggi è stata una bella giornata in sella, con un ritmo piuttosto lento a causa del vento contrario. Ho sentito un po’ di stress nel finale ma sono felice di essere in Maglia Rosa. È solo la quinta tappa, ne mancano ben sedici. Domani sarà un’altra storia con l’Etna. Non vedo l’ora di vedere come andrò”.
MAGLIE
Maglia Rosa, leader della classifica generale, sponsorizzata da Enel – Rohan Dennis (BMC Racing Team)
Maglia Ciclamino, leader della classifica a punti, sponsorizzata da Segafredo – Elia Viviani (Quick-Step Floors)
Maglia Azzurra, leader del Gran Premio della Montagna, sponsorizzata da Banca Mediolanum – Enrico Barbin (Bardiani CSF)
Maglia Bianca, leader della Classifica dei Giovani, sponsorizzata da Eurospin – Maximilian Schachmann (Quick-Step Floors)
Battaglin ha vinto la quinta Tappa del Giro d'Italia, Dennis ancora in Rosa
Il corridore italiano Enrico Battaglin (Team Lotto NL – Jumbo) ha vinto la quinta tappa del centunesimo Giro d’Italia, Agrigento-Santa Ninfa (Valle del Belice) di 153 km. Al secondo e terzo posto si sono classificati rispettivamente Giovanni Visconti (Bahrain – Merida) e José Gonçalves (Team Katusha Alpecin).
Rohan Dennis (BMC Racing Team) è ancora la Maglia Rosa di leader della classifica generale.
RISULTATO FINALE
1 – Enrico Battaglin (Team Lotto NL – Jumbo) – 153 km in 4h06’33”, media 37,233 km/h
2 – Giovanni Visconti (Bahrain – Merida) s.t.
3 – José Gonçalves (Team Katusha Alpecin) s.t.
CLASSIFICA GENERALE
1 – Rohan Dennis (BMC Racing Team)
2 – Tom Dumoulin (Team Sunweb) a 1″
3 – Simon Yates (Mitchelton – Scott) a 17″
Il vincitore di tappa Battaglin, subito dopo l’arrivo, ha dichiarato: “Il finale di oggi era diverso da quello di ieri. Ci voleva molta più potenza ieri ed io ero più a mio agio qui. Il Giro ogni anno è molto importante per me. Sono estremamente felice di aver vinto ancora una tappa. Voglio continuare la corsa in questo modo”.
La Maglia Rosa Dennis ha dichiarato: “Oggi è stata una bella giornata in sella, con un ritmo piuttosto lento a causa del vento contrario. Ho sentito un po’ di stress nel finale ma sono felice di essere in Maglia Rosa. È solo la quinta tappa, ne mancano ben sedici. Domani sarà un’altra storia con l’Etna. Non vedo l’ora di vedere come andrò”.
MAGLIE
Maglia Rosa, leader della classifica generale, sponsorizzata da Enel – Rohan Dennis (BMC Racing Team)
Maglia Ciclamino, leader della classifica a punti, sponsorizzata da Segafredo – Elia Viviani (Quick-Step Floors)
Maglia Azzurra, leader del Gran Premio della Montagna, sponsorizzata da Banca Mediolanum – Enrico Barbin (Bardiani CSF)
Maglia Bianca, leader della Classifica dei Giovani, sponsorizzata da Eurospin – Maximilian Schachmann (Quick-Step Floors)
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